Nell'Ottocento, dopo la campagna napoleonica e nel gusto dei recenti studi archeologici aggiuntisi ai modelli sapienziali recuperati dal Rinascimento, l'arte assimila e reinterpreta ancora una volta le forme dell'Egitto antico. Gran parte hanno in questo le ricognizioni del medico disegnatore senese Alessandro Ricci, che Champollion aveva conosciuto a Firenze, e la spedizione franco-toscana guidata nel 1828 da Ippolito Rosellini, alla quale partecipò il pittore Giuseppe Angelelli, appartenente a una famiglia di nobili viaggiatori e autore di uno straordinario numero di documenti grafici e pittorici sul Paese del Nilo.