Tradurre il marmo: un percorso nella lettura di Andrea Cascella dalla critica alla fotografia (1961-1968) - p. 95

  1. Home
  2. 2. Le fonti testuali e visive

Caterina Toschi, Tradurre il marmo: un percorso nella lettura di Andrea Cascella dalla critica alla fotografia (1961-1968) - p. 95




Lo studio esamina la ricerca plastica sul marmo di Andrea Cascella, i cui primi lavori sono presentati a giugno del 1961 in occasione della sua personale presso la milanese Galleria dell’Ariete di Beatrice Monti della Corte, con cui l’artista avvia un progetto espositivo e di mercato documentato da Ugo Mulas in una ricca raccolta di scatti custoditi presso l’archivio fotografico personale della gallerista alla Fondazione Santa Maddalena. La prima parte del contributo indaga come la critica abbia letto la riflessione di Cascella sul marmo toscano negli anni precedenti la sua consacrazione alla XXXII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, quando ottiene il Gran Premio della Scultura che segna una svolta decisiva verso il successo espositivo e commerciale. L’analisi prosegue prendendo in esame la parallela traduzione in immagini del suo pensiero plastico attuata da Mulas fino al 1968 in servizi commissionati dalla stessa Beatrice Monti, interessata a costruire uno spazio per la fotografia nel mercato dell’arte promuovendo il lavoro di Mulas. In questa seconda sezione è dunque indagata la lettura di uno scultore da parte di un fotografo per verificare se e come la visualità, al pari della scrittura, abbia interpretato l’intuizione plastica e contestataria affidata dall’artista a un materiale classico, quale il marmo delle Apuane, nel decennio delle provocazioni sperimentali neoavanguardiste “gridate” attraverso l’utilizzo in scultura di materiali effimeri.




Documenti allegati:
7_toschi.pdf