Cenerentola, personaggio ponte sugli itinerari della Via della Seta - p. 145

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Maria Luisa Albano, Cenerentola, personaggio ponte sugli itinerari della Via della Seta - p. 145




Il Presidente Mattarella di recente ha detto: “La nuova Via della Seta è la via della conoscenza”, parafrasando il titolo che la repubblica popolare cinese ha dato all’iniziativa strategica messa in atto per il miglioramento dei rapporti commerciali tra la Cina e i Paesi dell’Eurasia. Quindi bisognerebbe ripercorrere la via della seta, così denominata dal geografo tedesco Ferdinand von Richtofen, non solo per scambi commerciali ma anche, e soprattutto, per conoscere e mettere a confronto mondi e culture del lontano est asiatico con mondi e culture del vicino Oriente e del Mediterraneo. 

Da questa premessa nasce la costruzione di un progetto interculturale, fondato sulla comparazione letteraria che parte dal racconto del folklore e dalla fiaba. La comparazione, insomma, tra una narrazione di matrice islamica o cinese ed una narrazione frutto della rielaborazione del pensiero occidentale, avrà soprattutto lo scopo di ricercare quelle regole fisse e ricorrenti delle tecniche narrative presenti nelle mitologie, nelle fiabe, nei racconti di tutta la letteratura mondiale. Qualcuno sostiene che esiste, per citare Robert Graves, “una storia, una storia soltanto”, quella della quéte

Un aiuto in questo senso può venire da Goethe e dalla sua formulazione del concetto di Weltliterature o letteratura mondiale. Goethe ritiene che le differenze culturali tra gli uomini siano un falso ostacolo poiché tutti gli uomini pensano, agiscono e sentono allo stesso modo.

 La letteratura, secondo questa logica della ricerca dell’universale, si riscopre primo, archetipico e forse unico trait d’union di popoli che, senza un "canale narrativo" così fluido ed "aperto", non avrebbero, forse, minimi punti in comune da cui partire per un confronto, un contatto, un avvicinamento. 

I punti in comune tra narrazioni in apparenza così eterogenee come quelle del mondo occidentale, del lontano est asiatico e dell’universo arabo-islamico, per l’individuazione dell’universale e la costruzione di un valido progetto interculturale, possono essere quelli che sono stati definiti i “personaggi ponte”. Si tratta di figure, storie o personaggi comuni a bambini e ragazzi provenienti da culture diverse. Cenerentola è uno dei personaggi ponte più famosi. La versione più antica, simile alla fiaba che ci è stata tramandata, è cinese ed è contenuta nel libro You Yang Za Zu scritto da Duan Chengshi (803-863 d.C.) della dinastia Tang. In questa storia un pesciolino rosso assolve alla funzione della fata madrina. In una delle versioni arabe della Cenerentola, precisamente irachena, la fata madrina è una colomba. E’ interessante notare che questa Cenerentola irachena trova il suo doppio nella Gatta Cenerentola de Lo cunto de li cunti (1643) del napoletano Basile, che parla della “colomba delle fate”. Sembra, infatti, che in uno dei suoi viaggi, precisamente a Creta, Giambattista Basile abbia conosciuto proprio la versione irachena della Cenerentola araba, che ispirerà la sua Zezolla. In effetti Zezolla non ha i tratti delle Cenerentole narrate nel Settecento, un secolo dopo Lo cunto delli cunti, da Perrault e poi nell’Ottocento dai fratelli Grimm, fino alla contemporanea versione disneyana. Piuttosto somiglia alla Cenerentola irachena, la quale dimostra di avere coraggio e personalità, esattamente come Ye Xian, la Cenerentola cinese, che con determinazione e scaltrezza, e con l’aiuto di un pesciolino rosso, riesce a liberarsi della perfida matrigna e della sorellastra.  

Cenerentola, in questa accezione, è un architesto che si arricchisce, nel corso della sua migrazione dei paesi che si affacciano sulla Via della Seta, attraverso l’oralità della narrazione, di usi, costumi, tradizioni, contaminazioni. Rimane, però, un archetipo e, riprendendo la definizione data da Carl Gustav Jung, l’archetipo è come un vaso che non si può svuotare, né riempire mai completamente. In sé esiste solo in potenza e quando prende forma in una determinata materia non è più lo stesso di prima. La storia universale, la quéte, è proprio la ricerca del quid commune da svuotare e poi riempire con elementi di identità e alterità che producono, in chiave comparatistica, delle sorprese strabilianti.  





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