Salama Abdelmoneim Eid Mohammed, Le doti che deve possedere il perfetto cortigiano nel rapportarsi al suo principe ne Il Cortegiano di Baldessarre Castiglione e Il Galateo maggiore di Ibn al-Muqaffa - p. 161
Baldesar Castiglione (1478-1529) tiene un posto centrale nella trattatistica rinascimentale con il suo capolavoro Il Cortegiano in cui delinea come si deve vivere nelle corti individuando l'immagine del perfetto cortigiano. Nel periodo del rinascimento in cui vive Castiglione appare il trattato come un genere letterario nuovo in cui sono studiati e discussi diverse questioni della vita. Egli aveva già determinato il suo obbiettivo in questo trattato quale è di definire in che cosa consistono la natura e le qualità dell’uomo di corte; perciò, esalta nella sua opera il ruolo della corte come luogo ideale per la formazione degli uomini che hanno contatto diretto con il principe.
Scrutando nella nostra tradizione araba abbiamo trovato che simili idee sulla figura del cortigiano sono trattate dal nostro autore arabo d'origine persiana Ibn Al-Muqaffa nel suo libro Al Adab Al Kabir ossia il Galateo Maggiore. La somiglianza delle idee tra le due opere ci ha spinto ad allargare la prospettiva e a fare un discorso più approfondito, cercando di individuare i punti di divergenza e di convergenza tra i pareri dei due autori.
In questa ricerca ci soffermeremo, nelle due opere in modo particolare sulle virtù del perfetto cortigiano che i due autori hanno cercato di illustrare soprattutto nel rapportarsi al suo sovrano.
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