Ottavia Cepraga, Allitterazione e innovazione lessicale da Platone a Cicerone: il caso di ποιότης/qualitas - p. 389
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Il mio intervento intende analizzare l’uso dell’allitterazione in un passo di Platone (Tht. 182a) e in uno di Cicerone (ac. 1, 24): in entrambi i casi, all’interno del sintagma allitterante viene presentata un’innovazione lessicale. I due neologismi, rispettivamente ποιότης e qualitas, hanno il medesimo significato, ‘qualità’, e sono legati etimologicamente: qualitas, infatti, è un calco derivazionale creato da Cicerone a partire dal modello greco. L’allitterazione ha funzioni differenti nei due autori. Platone, infatti, usa l’allitterazione per creare un gioco paronomastico e non è interessato a inserire stabilmente ποιότης nel lessico del suo destinatario. In Cicerone, invece, l’allitterazione è una delle varie strategie comunicative esplicite e implicite messe in atto affinché il lettore accetti e ricordi il neologismo, secondo un preciso programma di arricchimento del lessico filosofico latino.
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