La punteggiatura italiana in prospettiva contrastiva: questioni acquisizionali fra comprensione e produzione scritta - p. 181

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  2. Sezione III. Didattica della punteggiatura italiana a apprendenti di madrelingua cinese, giapponese, coreana, vietnamita e araba: studio di casi

Pierangela Diadori, La punteggiatura italiana in prospettiva contrastiva: questioni acquisizionali fra comprensione e produzione scritta - p. 181


Pierangela Diadori illustra un progetto di raccolta dati realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università per Stranieri di Siena, composto dagli autori dei capitoli seguenti.  Il progetto aveva lo scopo di evidenziare, attraverso la somministrazione di una batteria di prove preliminarmente concordate, le difficoltà interpuntive (nella comprensione e nella produzione scritta) di apprendenti giovani adulti, studenti universitari provenienti da Giappone, Corea, Cina, Vietnam e Egitto, con un livello di italiano intermedio (B1/B2). Nell’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti si sarebbero messe in relazione le tipologie di errori rilevate con le caratteristiche della lingua madre degli informanti, ma anche con le consuetudini didattiche dei rispettivi sistemi educativi, allo scopo di fornire dei suggerimenti utili per l’insegnamento di questo aspetto della lingua italiana trattato molto marginalmente – e spesso in maniera approssimativa – nei manuali didattici. Le prove elaborate sono presentate dunque in dettaglio in questo capitolo introduttivo, insieme alla ratio che ne ha guidato la scelta. Per verificare le competenze nella lettura sono state create due attività: a) lettura e abbinamento,  mediante una batteria di frasi in cui il significato (o il focus comunicativo) variava a seconda del segno interpuntivo utilizzato, da abbinare alla giusta interpretazione di senso; b) inserimento della punteggiatura nel testo, mediante un testo scritto privo di punteggiatura, da modificare inserendo i segni interpuntivi ritenuti mancanti e di conseguenza le lettere maiuscole adeguate. Per verificare invece le competenze nella scrittura sono state elaborate tre attività: a) un dettato, audioregistrato da un parlante nativo come monologo senza indicazioni sulla punteggiatura, da trascrivere inserendo i segni interpuntivi ritenuti adatti sulla base del testo e della prosodia; b) una produzione scritta su traccia, che prevedeva la possibilità di organizzare il testo – e la punteggiatura – a proprio piacimento; c) una traduzione in italiano di un breve testo scritto nella lingua madre degli informanti, per verificare la presenza di calchi interpuntivi. Le stesse prove (tutte tranne quella di traduzione, per la quale sono stati comunque scelti testi di lunghezza e complessità paragonabili) sono state somministrate nel corso del 2019 in vari atenei nei Paesi interessati alla ricerca e in certi casi anche a ristretti  gruppi di controllo presso l’Università per Stranieri di Siena.




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