Raccontare l’India. Oriana Fallaci e Tiziano Terzani lungo la Via della Seta - p. 51

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Laura Cannavacciuolo, Raccontare l’India. Oriana Fallaci e Tiziano Terzani lungo la Via della Seta - p. 51




Nel corso degli anni Sessanta, inviata in Asia come corrispondente per l’«Europeo», Oriana Fallaci realizza alcuni reportage sulla condizione femminile, la filosofia orientale e i santoni indiani. Da questa esperienza nascerà il volume, Il sesso inutile (1961), e due articoli dal tono sferzante e ironico ripubblicati postumi in 1968 (2017). 

A distanza di circa trent’anni Tiziano Terzani, anche lui fiorentino ma di dieci anni più giovane della collega Fallaci, viaggia attraverso l’Asia per esplorare i territori del mitico Oriente: Un indovino mi disse è la sintesi di un anno di spostamenti in Asia (1993), cui seguirà In Asia, scritto durante il soggiorno a Nuova Delhi. 

L’articolo mette a confronto le rappresentazioni del continente asiatico da parte dei rispettivi autori, soffermandomi principalmente sull’immagine che essi forniscono dell’India, tappa centrale della Via della Seta Marittima. Oltre al discrimine relativo allo scarto cronologico che separa le investigazioni dei due reporter toscani, tale indagine intende centrare in una prospettiva orientalistica la questione della rappresentazione occidentale della cultura indiana, la declinazione del concetto di «alterità» (religiosa, culturale, socio-economica) vissuta in termini di validazione autoidentitaria, ovvero come stimolo conoscitivo verso l’«altrove», il ruolo dell’intellettuale in rapporto al valore testimoniale del suo racconto e al sistema socio- culturale di appartenenza.




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