I marmi storici toscani: note per un approfondimento - p. 1

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Massimo Coli, I marmi storici toscani: note per un approfondimento - p. 1




La nostra è una civiltà della pietra, senza la pietra la nostra civiltà non esisterebbe così come è, oppure si sarebbe nella civiltà del Legno e della Terra Cruda, come storicamente accaduto e come ancora presente in varie parti del Mondo. Il rapporto costruito/pietra nasce nella Preistoria con l’uso della pietra quale materiale che poi diventa materia prima in una filiera di conoscenze, saperi, tecniche e organizzazione sociale ed economica che ha consentito lo sviluppo della nostra civiltà e la realizzazione di opere d’arte, monumenti ed edifici in materiale lapideo, in altre parole il Litocostruito della nostra civiltà. In questo processo si sono venute delineando le Pietre Storiche, cioè pietre locali di uso e caratterizzazione di un sito, di una regione, ora soppiantate dall’onnipresente calcestruzzo, e la cui conoscenza tecnica e territoriale è andata persa e va ora recuperata con studi scientifici che diano una traccia di queste radici di un territorio. Molti sono i Marmi Toscani utilizzati nei secoli e classicamente ripartiti tra Bianchi (Marmi Apuani, Marmi di Campiglia, Marmi del Monte Pisano, Marmi della Montagnola Senese, Marmo di Punta Bianca, Travertini del senese), Neri (Nero di Colonnata, Verde Prato, Nero di San Giuliano Terme, Nero di Avane, Bardiglio, Bardiglio Imperiale, Portoro), Rossi (Rosso Cintoia, Rosso Collemandina, Rosso di Monsummano, Rosso di Avane, Rosso di Gerfalco, Montenero, Diaspri), Gialli (Giallo Siena, Alberese, Calpionella, Palombino), e Mischi (Portasanta o Persichino, Breccia di Seravezza o Breccia Medicea, Mischi Apuani (Paonazzo, Arabescato, Fior di Pesco, Zebrino, …).  




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