Un equilibrio delicato tra contenuto e comunicazione: sui meccanismi di ripetizione in Alice di Francesco De Gregori - p. 399

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Vera Vecchiarelli, Un equilibrio delicato tra contenuto e comunicazione: sui meccanismi di ripetizione in Alice di Francesco De Gregori - p. 399

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Nel 1984, nel definire i cosiddetti cantautori i soli “poeti orali” della civiltà industriale, Paul Zumthor spiegava come la loro produzione facesse propri i tratti distintivi, le formule e le forme delle musiche di tradizione orale. Secondo lo studioso, era la necessità di mantenere alta l’attenzione sul racconto cantato a chiamare in causa precise regole foniche, basate su meccanismi di ripetizione come la rima, l’allitterazione e altri echi sonori. Il caso di Francesco De Gregori è emblematico: l’analisi di Alice (Alice non lo sa, 1973), svela la presenza di un delicato equilibrio tra il contenuto e una comunicazione efficace ma mai scontata. Emerge un fitto intreccio di rimandi di ogni sorta: la ripetizione di frasi musicali scandisce i tempi di una narrazione non consequenziale, mentre le anafore e le figure di suono entrano in relazione con la sfera ritmico-musicale e con la performance e si configurano come alternativa all’abuso di schemi rimici e metrici serrati. 

 






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